lunedì 30 settembre 2013
domenica 29 settembre 2013
grandezza della durata
lasciata a vista.
il quarto appare piatto
arretra
finché la frequenza parabolica.
poi l(')ascia
- laminati, sinistri -
appare sbiadito, il sesto.
percezione in sfrido
potrebbero sezionare ulteriormente
l'alzata la schiera nel complesso.
appaiono dubbiosi
incidono sulle pendenze - modellini dei fiori -
guasti, dei coppi
in sostituzione di una singola pietra.
venerdì 27 settembre 2013
lunedì 16 settembre 2013
spaccatura a destra
Potranno
scriverlo
dicendo negano a
non privativa
dicendo negano a
non privativa
esplicitamente battuta
terra di Siena
non dà né (l'occhio)
terra di Siena
non dà né (l'occhio)
sarebbe potuta bastare
una minuzia al quarzo
una di quelle schegge
a ridosso di una cueva.
potrebbero
ignorandole
ignorandole
scambiarsi
ulteriorità
sulle quali
si tace.
si tace.
ma
al momento torcente che appiattisce
cosa
nella vicinanza
dei nulli
l'ordinario
appunto questo
se lo slancio rovinosamente.
non riescono ad uscire
se lo slancio rovinosamente.
non riescono ad uscire
boh quid
non restituisce
il baricentro
la colpa: tornare indietro per controllare la maniglia.
assolvere l'inutile, il nero materiale livido
fretta di concludere
trovare compimento
risalire
risarcire
il nero livido
di una brandina.
Potrebbero
scambiarsi
ulteriorità.
ma
al momento torcente
la vicinanza è
nulla.
nulla.
sabato 14 settembre 2013
giovedì 12 settembre 2013
recognitiones-ii: Il terzo assente / differx. 2013
recognitiones-ii: Il terzo assente / differx. 2013: Rif.: Ron Silliman, La frase nuova (da The New Sentence ), tr. it. di Gherardo Bortolotti in « L'Ulisse», n. 13, aprile 2010, pp. ...
mercoledì 11 settembre 2013
an introduction to reflective thinking (1921)
original from columbia university. digitized january 16, 2009.
cut-up agency ii, aspetti spettrali dello scrivere, foglio preparato
compostxt: cut-up agency ii,aspetti spettrali dello scrivere,...: foglio preparato per t.a.g iv-ii,integrazioni asemantiche per file rkwz,festeggiamenti alieni della scrittura,stringhe conceptual,ignote nar...
martedì 10 settembre 2013
sul- l’abituale modo di vedere o meglio (o anche), di non vedere
[...]il
punto è: come (o se) operare una trasformazione interiore, dovuta a un diverso scambio
con il mondo (?), e il punto ancora è: come modulare questo tipo di
esperienza affinché l’immagine della
realtà (del sensibile) possa essere bilanciata o amplificata, nell’ambito delle
correnti artistiche (di pensiero, anche)?
[...]lo spazio oggettuale della coscienza è trapassato
dalle dinamiche dello spazio interno (interiore) relazionando tra loro attraverso
linee di forza, tensioni, concentrazioni che definiscono superfici e volumi[...]
[...]in
questo spazio-mondo, in questo spazio-gioco, vengono ricreati luoghi (cavi o in
negativo), svuotati dei propri colori naturali.
Alla sottrazione, così come
alla morte, corrispondono ‘colori complementari dello spirito’ (sbiancamenti).
Non è in gioco dunque soltanto la sapienza tecnica durante l'esecuzione, stesura di un'opera (testuale, anche) quanto -forse- l’esperienza delle cose e degli esseri, nella loro dimensione retrostante, a
misura d’uomo.
[...]una sorta di fenomenologia che si evolve nel tempo per mezzo di un linguaggio
figurato (e s-figurale), che trova pregnanza non più e non solo nell’astrazione,
quanto nella concentrazione sull’essere.
[...]sottrarre il colore alle rappresentazioni, assecondando quella che
potrebbe definirsi una phénoménologie de l’experience esthétique, identificando
i caratteri dell’esperienza estetica, pur muovendosi da principio da quella
artistica e tentando attraverso la
monocromia e il segno, di costruire due sistemi coincidenti.
L’essenzialità
del manufatto monocromatico (minimale o minimalista), non lascia il dato
naturale alla propria organizzazione (che è un’organizzazione imposta), ma lo
ri-ordina, lo ri-organizza attraverso modalità personali che tuttavia
rispondono a fenomeni di esteticità entro segmenti del reale, un reale altro
che avrà anch’esso le sue leggi ed esibirà una sua
propria organizzazione, differente da quella quotidiana, ma pur sempre
innestata in essa.
Merleau-Ponty, nel saggio L'occhio e lo spirito,
afferma come doppio il fondamento della visione, intercorporeo ed
intersoggettivo: 'da un lato sperimentiamo il nostro essere al mondo
nell'avverarsi di una continua reversibilità tra vedente e visibile, tra il
mondo che ci tocca e ci guarda e noi che siamo toccati e guardati dal mondo […]
dall'altro l'occhio del pittore, che restituisce al visibile l'impatto con il
mondo mediante i segni tracciati dalla mano, ridesta le esperienze del vissuto
nelle altre coscienze, unendo le vie separate […] In generale la visione non è
dunque una certa modalità del pensiero, ma il mezzo che è dato all'uomo per
essere assente da se stesso, per assistere, dall'interno, alla fissazione
dell'Essere.'
[...]il
visibile, non il visto (e/o viceversa) sono (potrebbero essere)il punto di partenza di uno studio
della percezione che diviene (potrebbe divenire) appercezione, ossia piena consapevolezza
del sé [?]
[...]il punto (spunto forse, per ulteriori riflessioni) infine è anche: cosa deve o può (ancora) spiegarci il visibile, cosa
può o deve, ancora, spiegarsi lo sguardo?
mercoledì 4 settembre 2013
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